Nigeria. I bimbi di Boko Haram, innocenti kamikaze e soldati
Anche in Nigeria desta sempre più orrore la strategia del terrorismo, che passa per l’utilizzo di una bambina, che si è fatta esplodere all’ingresso di un mercato, e il frequente coinvolgimento dei minori nelle sanguinose azioni del sedicente Stato Islamico. In questo contesto si colloca anche la denuncia dell’Unicef del recente rapimento in Sud Sudan di 89 ragazzini, destinati a essere impiegati come bambini soldato.
Su questo turpe fenomeno, Giancarlo La Vella ha intervistato Gabriele Iacovino, responsabile analisti del Centro Studi Internazionali:
R. – É evidente che ci sia una strategia del terrore che utilizza un’escalation della violenza soprattutto da un punto di vista comunicativo per quanto riguarda lo Stato islamico. Per quanto riguarda invece il gruppo di Boko Haram, in Nigeria, la strategia del terrore è sempre più forte perché coinvolge l’utilizzo di donne e bambini per cercare di destabilizzare ulteriormente il Paese e per ampliare ulteriormente il territorio amministrato.
D. – Episodi del genere vogliono anche dire: “Non c’è nessuna possibilità di dialogo?”
R. – Boko Haram è un fenomeno nato in Nigeria, che però di sta ampliando sempre di più come gruppo regionale che va a colpire anche Paesi limitrofi. In questo caso, la strategia di Boko Haram si è radicalizzata sempre di più andando non più a rivendicare un ruolo all’interno dell’ambito nigeriano, ma un vero e proprio ruolo regionale del terrore. In questa fase, anche Boko Haram non sembra molto propenso al dialogo, ma stiamo sempre parlando di un gruppo che in un’ottica potere potrebbe anche essere disposto a un maggiore riavvicinamento.
D. - Perché atteggiamenti del genere, secondo lei, non provocano poi la sollevazione popolare?
R. – Perché il termine di “sollevazione popolare” è sempre un po’ relativo soprattutto nei territori “amministrati” da questi gruppi, dove di fatto è il terrore a regnare. Di fatto, contro Boko Haram si sta cercando di portare avanti un’operazione che a questo punto è internazionale anche con l’intervento dei Paesi vicini – abbiamo visto il Ciad negli ultimi giorni – così come per quanto riguarda lo Stato islamico. La comunità internazionale è sempre più attiva nella ricerca di una soluzione di combattere lo Stato islamico sia dal punto di vista politico che militare.
D. – Quello che spaventa è anche la capacità da parte di questi gruppo terroristici di coinvolgere dei minori…
R. – Sì, purtroppo nella strategia terroristica, quella di utilizzare non solo il terrore, ma di veicolare il terrore e gli attentati terroristici attraverso dei minori è un’arma più. È una strategia totalmente ingiustificata ed ingiustificabile. Purtroppo, nella mentalità e nell’ideologia di gruppi radicalizzati ed estremisti come Boko Haram rientra anche questa dinamica che in parte abbiamo già visto nel contesto africano con tutti i minori soldato e che per quanto riguarda Boko Haram è ancora più estrema: non solo vengono utilizzati i minori come soldati ma vengono utilizzati come delle vere e proprie armi.
Fonte: Radio Vaticana